Tumore colon-retto, una nuova frontiera: colpire i recettori olfattivi per bloccarlo
Tumore colon-retto, una nuova frontiera: colpire i recettori olfattivi per bloccarlo
03/04/2017
La proliferazione del tumore colon-rettale potrebbe essere fermata da una fragranza industriale capace di attivare un recettore olfattivo presente nelle cellule tumorali. La scoperta è merito di uno studio dell’Università della Ruhr a Bochum, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista PLOS ONE.
I ricercatori, coordinati da Hanns Hatt e Lea Weber, hanno identificato il recettore su colture di cellule tumorali, analizzando in seguito quale fragranza fosse in grado di attivarlo e in che modo influenzasse lo sviluppo delle cellule tumorali.
I recettori olfattivi sono presenti in vari tessuti, sia sani sia tumorali. In questo caso, i ricercatori hanno rilevato la presenza abbondante di un particolare recettore olfattivo (OR51B4) nelle cellule tumorali del colon-retto. La molecola di Troenan, una fragranza industriale dal profumo di ligustro, interagisce con il recettore: per questo motivo, i ricercatori hanno provato a trattare le colture cellulari con questa fragranza.
Il trattamento ha inibito la proliferazione delle cellule e anche la loro mobilità: in altre parole, ha causato il rallentamento della crescita tumorale e la capacità di produrre metastasi. La terapia ha inoltre aumentato l’apoptosi nelle cellule tumorali. I risultati sono stati confermati anche attraverso una sperimentazione in vivo su roditori affetti dalla forma umana del tumore.
«Riteniamo che i nostri risultati aprano la strada a nuovi approcci terapeutici per il tumore colon-rettale», ha dichiarato Hatt. Quello del colon-retto è uno dei tumori più diffusi e più complessi da trattare: non esistono terapie farmacologiche specifiche e la rimozione chirurgica ha successo nel 50% dei casi. È perciò spesso decisiva una diagnosi tempestiva, che aumenta le probabilità di un esito positivo per le cure.
«È concepibile che la somministrazione orale o rettale possa permettere alla sostanza di raggiungere il tumore a concentrazioni efficaci», ha proseguito Hatt. «Per verificarlo, sarà necessario condurre studi clinici sui pazienti».