Tumore della vescica: scoperto tallone d’Achille nelle staminali tumorali
Tumore della vescica: scoperto tallone d’Achille nelle staminali tumorali
28/03/2018
Una ricerca condotta presso il Johns Hopkins Kimmel Cancer Center, pubblicata online su Cancer Research, punta l’obiettivo su due proteine che aiuterebbero a proteggere il tumore della vescica dall’azione della chemioterapia. La scoperta apre la strada a nuove terapie per la lotta contro questa e possibilmente altre tipologie di tumore.
Il carcinoma uroteliale della vescica è il più comune tumore del tratto urinario, nonché uno dei più letali. Ogni anno è responsabile di oltre 100.000 morti in tutto il mondo. Una delle ragioni per cui questo tumore è tanto pericoloso risiede proprio nella sua capacità di resistere alle terapie tradizionali. Gli studi più recenti in materia hanno suggerito che questa resistenza sia riconducibile al comportamento delle cellule staminali tumorali, che non sono colpite dalla chemioterapia e permettono al tumore di ricrescere.
Eliminare queste cellule è basilare per ottenere risultati duraturi ed efficaci, ma è necessario anche capire in che modo il tumore riesca a mantenere consistente il tasso di staminali. Il team di ricerca della Johns Hopkins ha quindi esaminato diverse proteine, precedentemente associate alle peculiarità delle cellule staminali tumorali.
Lavorando su colture di cellule staminali provenienti da tessuti umani, i ricercatori hanno tentato di abbassare il tasso delle due proteine in questione, attraverso un farmaco specifico e tecniche di genetica. In entrambi i casi, al calo delle due proteine è stato registrato un abbassamento simile nel tasso di SOX2, una terza proteina importantissima per la funzionalità delle staminali tumorali. Il calo di SOX2 è stato ancora più significativo laddove le due proteine sono state soppresse simultaneamente, limitando fortemente la capacità delle staminali di evolversi in cellule tumorali.
Le due proteine, COX2 e YAP1, lavorerebbero quindi singolarmente e anche in sinergia: «Prenderle di mira insieme potrebbe essere indispensabile per eliminare le staminali tumorali», dichiarano gli autori dello studio. L’ipotesi è stata confermata da successivi esperimenti in vivo, nei quali le staminali impiantate su roditori sono evolute in tumori. L’inibizione delle due proteine ha reso i tumori stessi molto più sensibili ai farmaci chemioterapici comunemente usati nel trattamento del tumore vescicale, causando una regressione costante nel corso del ciclo di cure.
Ulteriori esperimenti hanno evidenziato che COX2 e YAP1 portano le cellule a sviluppare resistenza ai farmaci mirati su EGFR, un’altra proteina legata al tumore. Trattando gli esemplari con uno di questi farmaci in combinazione con gli inibitori di COX2 e YAP1, la regressione del tumore è stata osservata persino nella sua forma più aggressiva, quella nota come basale.
Il passo successivo è ora l’approvazione dei trial clinici da parte delle autorità sanitarie statunitensi, processo che potrebbe essere facilitato dal fatto che i farmaci sperimentati in questo studio sono già stati approvati per l’uso su altre patologie.